Marino Zanatta

Marino Zanatta arriva alla Junior nella stagione 1965-66 dall’All’Onestà di Milano: è un’ala grande di due metri già capitano della Nazionale Juniores.

 

Ecco come Zanatta ricorda la sua stagione in maglia rossoblu nel Libro 50+1.

Fu una stagione indimenticabile, sia sul piano sportivo, visto che chiudemmo imbattuti, sia su quello personale. Fu la mia prima lontano da casa dopo gli anni delle giovanili. Al raduno della Nazionale Juniores di Bassano del Grappa conobbi Piercarlo Ogliaro, diventammo grandi amici e quando arrivò l’offerta della Junior ne fui davvero contento. Allenarmi e giocare a Casale mi costava davvero grandi sacrifici. Frequentavo a quel tempo il quarto anno dell’ITIS a Milano e uscivo da scuola a metà pomeriggio: filovia, treno a San Cristoforo fino a Mortara, cambio per Casale, allenamento fino alle 22, poi un dirigente mi riportava in macchina a Mortara e da lì, ancora in treno, ritorno a Milano, dove arrivavo dopo mezzanotte. Così per tre volte alla settimana, più la gara di campionato nel week-end.

Il primo impatto con il campionato fu terribile: all’esordio giocammo all’aperto a Coldirodi, un posto di cui non avevo mai neppure sentito parlare. Dopo qualche minuto i tifosi di casa iniziarono a tirarci addosso dei sassi. Mai visto una roba simile: fui assalito da una paura tremenda e finsi una distorsione alla caviglia per uscire dal campo. Per quella simulazione mi vergognai a lungo con me stesso, ma ero davvero tanto spaventato.

Fu un anno di grande impegno, su molti fronti. Casale, la Nazionale, e pure altro. Ad esempio, il giorno della gara della Poule Finale con Brugherio, nel tardo pomeriggio c’era pure la Finale del Campionato studentesco di Milano, un appuntamento seguitissimo. Così, alla fine della gara con la Junior a Sesto San Giovanni, mi precipitai a giocare anche l’altra partita“.