La seconda parte dell’intervista al Dott. Cerutti a Radio Vand’A

30.11.16 17:33

“Anche il pubblico ha un ruolo fondamentale”


IL CAMPIONATO – “Non sta a me dare una risposta sull’apporto dei giovani qui, come ho detto non tocca a me scegliere i giocatori perchè non ci capisco molto: posso capire più di un collaboratore più giovane di me, di che tipo di uomo si tratta, posso giudicare le scelte che fanno gli altri. Però penso che i giovani siano una componente essenziale in una squadra il cui obiettivo oggi è la salvezza. Questo perchè portano entusiasmo, voglia di aggredire un’azione, la freschezza e l’incoscienza, passatemi il termine, di fare una giocata estemporanea.
Mi sono molto arrabbiato dopo la quarta sconfitta con Trapani perchè era una partita difficile sotto l’aspetto psicologico, si arrivava da tre sconfitte e la pressione saliva. Si giocava in casa e questo crea nella psicologia di un giocatore più pressione, angoscia e difficoltà di esprimersi. Ora mi auguro che tutto questo crei le capacità, anche perchè io ho voluto multare la squadra perchè ritengo che sia il momento di richiamare all’ordine il proprio figlio, di cui parlavo già prima, proprio perchè le squadre devono avere e sentirsi il peso della responsabilità
”.  

L’OBIETTIVO – “La salvezza non è mai un obiettivo ridimensionato, quando si combatte per questa si combatte sull’ultima trincea, con il coltello tra i denti. Non è un obiettivo negativo, anzi diventa un obiettivo vitale, con un’importanza ancora più significativa. Un conto è non entrare ai Playoff perchè si arriva noni e lì c’è il dispiacere, un conto è retrocedere. Deve esserci la capacità dell’ambiente di capire che nella vita le ciambelle non possono sempre avere il buco che ci si era immaginati all’inizio e bisogna sapersi adattare e mangiarne una anche un po’ più insipida. Questa è la capacità dell’ambiente, della Società, dell’allenatore, dei giocatori e del pubblico. Perchè avendo un ruolo importante anche il pubblico deve resettare e capire che la salvezza è un elemento chiave per il futuro del basket casalese: il pubblico deve scendere in campo e deve averne la capacità. Siamo andati in Serie A1 e poi siamo retrocessi, siamo andati in A2 e siamo retrocessi, perchè le ciambelle non avevano il buco esatto; ma ci siamo battuti, il pubblico si è battuto con noi. Ricordo la dolorosa discesa dalla Serie A1 dove abbiamo sicuramente sbagliato, ma mi ricordo molto bene, fino all’ultima partita in casa contro Pesaro, quando nonostante la seguissi per radio perchè ero in Germania, sentivo la gente vicina. Noi combatteremo partite in casa molto importanti, la gente se vorrà difendere la sua posizione nel basket Nazionale dovrà resettare i suoi pensieri, come dovranno farlo la Società, il tecnico e i giocatori. E non c’è nulla di scandaloso o di cui vergognarsi: capita a delle gloriose Società e quindi può capitare anche a noi. Possiamo concludere dicendo non è vero che c’è una differenza tra me ed i miei collaboratori, che ci sono idee diverse sul come uscire e che questa situazione sia una novità, o che esistono divergenze tra Proprietà, Manegement e Guida Tecnica; è vero però che la Proprietà ha deciso di dire ai propri collaboratori di affrontare il problema che ormai era evidente”.