Washington Generals: il giorno che “uccisero Babbo Natale”
Nuova appassionante puntata sulla storia degli Harlem Globetrotters che il 27 febbraio si esibiranno al PalaFerraris!
Se c’è una cosa che non bisogna mai dimenticare delle partite degli Harlem Globetrotters è che si giocano contro degli avversari in carne e ossa. Giocatori e allenatori che da parte dei più critici degli show dei ‘Trotters vengono definiti, nel migliore dei casi, degli sparring partner.
Non è facile fare sport e forse lo è ancora meno fare sport-entertainment. Un esempio su tutti, e probabilmente più noto e discusso, è quello relativo al wrestlingprofessionistico della WWE. Che non ha nulla di finto, bensì segue delle storyline che pre-determinano i risultati dei match: le migliori possibili per attrarre un grande numero di appassionati specie tra i più giovani.
Questa è una storia diversa: è quella dei Washington Generals, nati per stare dalla parte sbagliata del poster. Questa squadra è stata per oltre 50 anni la creatura di Louis Herman Klotz, per tutti “Red”. Una breve carriera da professionista “indipendente” dopo il college a Villanova e vincendo il titolo della Basketball Association of America (la Lega madre della NBA) nel 1948, dopo aver servito gli Stati Uniti nel Secondo Conflitto Mondiale.
Nel 1952 (ma con le date e la storia dei ‘Trotters è sempre bene andare cauti), Abe Saperstein gli propone di formare una squadra che possa giocare in maniera permanente come avversaria degli Harlem Globetrotters in giro per il mondo. Di certo una facilitazione organizzativa mica da ridere per una formazione impegnata 365 giorni all’anno in tutti i continenti. Col senno di poi, una decisione che col tempo finirà con il penalizzare la competitività delle gare e dunque la credibilità sportiva. Ma erano tempi ancora di là da venire, i migliori giocatori al mondo avrebbero ancora voluto giocare, per una quindicina d’anni, per gli “Ambassadors of Goodwill”, uno dei tanti soprannomi della squadra che porta i colori della bandiera statunitense.
Red Klotz formò la squadra e per molti anni ne fu giocatore e allenatore: sostenne sempre, fino alla morte avvenuta nel 2014, di non aver mai giocato una partita partendo da sconfitto. Eppure le sconfitte furono innumerevoli, in senso letterale. Secondo le varie versioni della storia, si aggirano tra le 14.000 e le 17.000. Avete letto bene.
Complici delle gag dei ‘Trotters, vittime “consapevoli” di uno spettacolo che non avrebbe previsto una loro vittoria. Del resto, quale supereroe finisce al tappeto senza rialzarsi? Quale “buono” amato da tantissimi bambini perde contro il “cattivo”? No, non era previsto nella sceneggiatura. Eppure delle vittorie dei Generals ci furono, anche se nelle varie esibizioni la squadra di Klotz assume varie identità: hanno giocato come Boston Shamrocks, New Jersey Reds, Baltimore Rockets, Atlantic City Seagulls, New York Nationals, International Elite, Global Select e World All-Stars. Il tutto perché, naturalmente, bisognava almeno cambiare il nome dello spettacolo in cartello.
Curioso anche il motivo della scelta del nome originale: Washington in quanto Capitale, e senza squadra professionistica dopo il fallimento dei Capitols (che furono allenati da Red Auerbach, 9 volte campione NBA con i Boston Celtics da allenatore e 7 da dirigente); quanto al nome Generals, il giornalista Dave McKenna riporta che Klotz lo decise perché tutti amavano Eisenhower.
Tuttavia, delle vittorie dei Generals ci furono: anche qui, non è chiaro come poterle quantificare. C’è chi ne ricorda 3, chi 6. Chi una sola. Questa.
Il 25 gennaio del 1971, senza “Curly” Neal (ve ne abbiamo parlato la scorsa settimana), gli Harlem Globetrotters affrontano i Generals a Martin, nello stato del Tennessee. Si era già in epoca “entertainment” e quindi lo show dei ‘Trotters aveva preso il sopravvento sul gioco “puro”. Quella sera, però, commisero l’errore di divertirsi un pò troppo a modo loro. Meadowlark Lemon e compagni finirono sotto di 12 lunghezze a poco più di 2 minuti dalla fine. Si resero conto solo allora che bisognava evitare una figuraccia e rimediare a una situazione compromessa. Ci riuscirono quasi, perché arrivarono a condurre 99-98. Mancavano ancora pochi secondi, però, e la palla andò nelle mani giuste: quelle di Red Klotz. Il suo tiro da circa sei metri trovò la retina e il nuovo sorpasso dei Generals. Ultimo possesso, palla a Lemon. Ci prova, niente. Ci riprova, niente. Sirena. “Tragedia” consumata, vincono i Generals tra lo stupore generale. Le cronache riportano di fischi, gente arrabbiata e perfino bambini in lacrime. Secondo le parole dello stesso Klotz: “La gente ci guardava come se avessimo appena ammazzato Babbo Natale”.
I Generals chiusero bottega nel 2015, rinascendo due anni dopo, passando di proprietà dalla famiglia Klotz alla Herschend Family Entertainment, specializzata in parchi tematici e attrazioni turistiche. Ma con uno spirito diverso, come racconta il coach Sam Worthen (scelto al Draft NBA del 1980 dai Chicago Bulls con il #26): “Siamo più grossi, più veloci e più forti di sempre. Gli Harlem Globetrotters sanno che stiamo arrivando”.
Il general manager della squadra è Kenny Smith: se pensate di averlo già sentito fate bene. College del North Carolina, 6a scelta assoluta al Draft NBA del 1987, playmaker titolare degli Houston Rockets che vinsero il titolo NBA nel 1994 e 1995, con Hakeem “The Dream” Olajuwon. Uno a cui perdere non è mai piaciuto molto.