Sono tornati

30.08.08 10:00

...non sono i dominatori ma sono i più forti


Indianapolis 2002, Atene 2004, Tokyo 2006. Aggiungere Pechino 2008 a questo elenco di fallimenti sarebbe stato un colpo durissimo non solo per Team Usa ma anche per la Nba stessa.

La rivincita contro l’Europa è infine arrivata. Il progetto che oggi ha portato gli Stati Uniti di nuovo sul tetto del mondo ebbe inizio già tre anni fa, ma il disastro giapponese, la sconfitta in semifinale con la Grecia e la tremenda conferenza stampa post partita nella quale Coach K dimostrò di non conoscere i nomi dei suoi avversari (Papaloukas, Diamantidis, Spanoulis) indicandoli solo per numero di maglia, rischiò di far saltare tutto in aria. Jerry Colangelo, dirigente responsabile del Team, decise di non ripartire da zero, confermò gli allenatori (Krzyzewski, Mike D’Antoni, McMillan, Boeheim) e diede fiducia allo stesso gruppo di giocatori, arricchito dalle fondamentali presenze di Jason Kidd e Kobe Bryant. Il Redemption Team (squadra della redenzione) era pronto ad affrontare Pechino con un solo compito: riportare a casa la medaglia più pregiata.

Lebron e compagni ci sono riusciti: 8 vittorie e 0 sconfitte, di nuovo sul gradino più alto del podio. La redenzione si è compiuta. Ma non chiamatelo più Dream Team. Micheal Jordan, Magic Johnson, Larry Bird e i loro nove compagni restano almeno un gradino più in alto, irraggiungibili. A Barcellona nessuno mise mai in difficoltà gli americani, a Pechino le distanze erano molto più umane. Gli Stati Uniti hanno dominato spesso, ma nelle ultime due partite contro Argentina e Spagna si è giocato davvero; la finale, poi, è stato un vero e proprio inno al basket, indimenticabile.

Il tetto del mondo è di nuovo loro, meritatamente; ma le distanze si sono ridotte e solo giocando con questa attenzione, intensità, umiltà, Team Usa potrà continuare a vincere.

Come ha detto Dwyane Wade dopo la partita con la Grecia, rivincita della semifinale mondiale, dominata sin dal primo tempo: “Questa volta conosciamo i nomi dei nostri avversari, non li sappiamo pronunciare ma abbiamo imparato le loro caratteristiche.”

Se davvero hanno imparato la lezione, sarà difficile fermarli. Non sono più dominatori, ma ancora i più forti.

Matteo