Questa volta ho strappato un pezzo di cielo
Paolo Paci (Under 19) racconta l'esperienza azzurra di Mannheim
E trascorso solo un mese e sono di nuovo qui a raccontare unaltra meravigliosa esperienza che ho vissuto in azzurro. Da mercoledì 19 fino a domenica 30 marzo ho fatto parte della Nazionale Under 18 che, a Mannheim in Germania, ha difeso i colori azzurri nel torneo internazionale Albert Schweitzer.
Qualcuno lo definisce il Campionato Mondiale non ufficiale, sedici le nazioni presenti tra cui USA, Australia, Argentina, Canada, Israele, Nuova Zelanda, Turchia e la squadra vincitrice: Grecia. Giovani di tutte le razze uniti da un interesse comune, senza barriere.
La pallacanestro è davvero il collante del mondo. Talenti eccezionali, capacità fisiche impressionanti, altezze da capogiro (duecentodiciassette i centimetri di un croato!), grinta e mani “di velluto. Nei prossimi anni qualcuno approderà in NBA e qualcun altro nelle più importanti squadre europee. Mi sono sentito piccolo, in tutti i sensi, quando sono entrato in campo la prima volta contro lAustralia, ma col passare dei giorni ha cominciato a crescere in me la convinzione che comunque ce la potevamo giocare, che potevamo confrontarci ad armi pari con il meglio del mondo.
Gli allenatori Blasone e Ramagli hanno fatto limpossibile, noi ci abbiamo messo lanima e anche qualcosaltro. Che gruppo, ragazzi! Che esperienza!
Ciliegina sulla torta: il torneo questanno ha compiuto cinquanta anni e la base militare NATO di Mannheim, dove si è svolta la manifestazione, era vestita a festa per loccasione; un ideale gemellaggio con Junior Casale che anchessa ha raggiunto il mezzo secolo di vita. Io posso solo ringraziare tutto lo staff della Junior con coach Marco Crespi in testa che ha creduto nella mia crescita.
Oggi, la dedica va alla mia famiglia che mi ha fatto la sorpresa di venirmi a trovare nonostante la distanza ed il freddo (a Mannheim nevicava e tirava il vento gelido del nord). Questa volta non ho solo toccato il cielo con un dito ma ne ho strappato un pezzo e me lo sono portato a casa.
Un pezzo di azzurro che mi rimarrà sempre nel cuore e in testa. E anche sulla testa, perché ci hanno permesso di tenere il cappellino dellItalia. Adesso però è ora di tornare con i piedi per terra. La mia squadra, lUnder 19 ha ancora qualche sassolino nella scarpa da togliersi, la Fastweb punta in alto e anche Ovada è proprio ben messa in ottica playoff di C2.
Buon lavoro e buon basket anche a Te, lettore appassionato di pallacanestro casalese. Spero proprio di ritornare a vivere queste emozioni al più presto e di scriverle ancora, come quando sono stato convocato in prima squadra e addirittura la domenica successiva sono entrato in partita ma questa è unaltra storia che racconterò la prossima volta.
Paolo Paci