La mia prima Vegas
Coach Crespi racconta l'esperienza della Summer League 2007 in Nevada
Las Vegas. Phoenix Suns: Otis Gorge gioca con il numero 9, Cameron Bennerman con l’11. Golden State Warriors: c’è Minda Katelynas con il 35. Tre giocatori della JC in campo nella Reebok Summer League 2007. Qualcosa di significativo. Per tutti. Per i giocatori, ed è ovvio. Per il Club. Per tutti gli appassionati.
Non so se siete mai stati a Las Vegas, o Vegas come dicono gli americani. Era la mia prima volta. Allucinante. Scendo dall’aereo. Arrivavo da Orlando, prima tappa con prima Summer League, giocata nel campo di allenamento dei Magic. Per mancanza di spazio, l’ingresso è consentito solo agli addetti ai lavori, in un ambiente super-riservato ed efficiente. Beh, scendo dall’aereo. Tra i vari gate, nel corridoio di cammino una fila infinite di slot-machine. Come benvenuto. Taxi per arrivare in albergo, guardando fuori dal finestrino cerchi di trovare qualcosa che hai già ascoltato. Tutti alberghi, anzi, tutti enormi edifici adibiti ad albergo. Ricostruzioni pacchiane che passano tra Venetian, Buffalo Bill attraverso i vari Westin, Sheraton. Arrivo davanti al mio, New York New York. Porte girevoli, hall… No, un casinò. Centinaia di slot-machine, tavoli verdi per roulette e altri giochi. Ben in vista il desk dove cambiare i dollari in gettoni, più difficile trovare dove registrarsi e avere camera e chiave. Fastidioso. Non esiste possibilità di vedere la luce, quella vera, quella del cielo. Anche se il cielo è dipinto. Sul serio. Sul soffitto di qualche shopping center, con tanto di nuvole. Niente luce esterna, niente orologi. La strategia è quella di farti perdere il senso del tempo, per continuare ad “investire” nell’azzardo. Oppure camminare nelle finte vie e vicoli, piene di ristoranti e negozi. Magari può capitare anche di sentire un tuono, e vedere cominciare a piovere sopra una specie di laghetto. Sarebbe uno spettacolo. Che si ripete ogni mezz’ora. Ripeto, allucinante. E dopo cinque giorni, avendo dovuto girare un po’ per incontrare agenti vari, la prima impressione è quella definitiva: è tutto così. Tutti uguali questi edifici. Passando dal sei stelle supermegalusso con svariate limousine parcheggiate di fronte, all’hotel che richiama l’attenzione con un pernottamento da 49 dollari (che poi andranno oltre al raddoppio per tasse e extra vari, come magari il letto…).
Questa è Las Vegas.
(fine prima parte)