Il leone e la gazzella
Otis George a tu per tu con Alic'è
Lui il canestro lo guarda dritto negli occhi. E gli parla dandogli del tu. Otis George, al suo secondo anno in rossoblù è una rivelazione, una conferma ed una certezza. Quarto rimbalzista assoluto di tutta la LegaDue, primo in casa Fastweb, durante le partite vola ad altezze vertiginose, stupisce tutti con le sue bombe e garantisce spettacolo, elevandosi sopra gli avversari, la fatica e le avversità con la leggerezza d’animo di chi fa una cosa perché la ama.
Otis, quali sono stati i tuoi inizi nel mondo del basket?
Da piccolo, in Dominica dove vivevo con la mia famiglia, ho praticato tantissimi sport… pallavolo, calcio, cricket. Ogni disciplina mi piaceva e la imparavo con grande facilità. Al basket mi sono avvicinato più tardi, verso i 16 anni, durante l’high school.
E fu amore a prima vista?
Beh, non proprio.. .il primo anno giocavo pochissimo: meno di due minuti a partita. Però mi piaceva questo sport e così non mi sono scoraggiato, ho continuato ad allenarmi confidando nelle mie qualità fisico-atletiche.
Doti che, probabilmente, tutti gli altri sport praticati in precedenza avevano evidenziato ancor di più?
Sicuramente. Ad esempio, per la mia altezza credo di avere degli ottimi piedi: veloci e rapidi, per nulla dormienti. E questo credo sia un’eredità che degli anni del calcio.
Com’è proseguita la tua storia all’ombra del canestro?
Dopo il primo anno di college a Louisville, disputato agli ordini di coach Rick Pitino, ho capito che avrei potuto essere un buon giocatore e che, forse, il basket sarebbe potuto diventare un aspetto molto importante della mia vita. Così mi sono impegnato ancora di più, giorno dopo giorno, in allenamento.
L’anno scorso sei approdato a Casale da sconosciuto, ora sei una certezza per i tuoi compagni ed un incubo per gli avversari. Come hai vissuto questa metamorfosi?
La stagione scorsa scelsi Casale perchè mi era sembrata un’ottima società, seria e puntuale. L’ambiente ideale per fare una nuova importante esperienza, crescere e migliorare. Le mie convinzioni si sono rivelate esatte: la società è perfetta, sotto tutti i punti di vista ed in campo mi hanno dato grand responsabilità, pur senza mettermi pressioni. Decisamente la situazione ideale per crescere.
Infatti il tuo rendimento si è impennato nel corso della stagione, culminata con le eccezionali prestazioni della Summer League coi Suns che ha inorgoglito i tifosi rossoblù, ma li ha fatti anche tremare: in tanti temevano non tornassi…
Ed invece sono di nuovo qui. E ne sono felice. Il coach e tutto lo staff mi hanno offerto un’altra grandissima opportunità per crescere. Non potevo certo rifiutarla. Poi a Casale vivo benissimo anche fuori dal campo e… adoro la pasta al ragù! Ecco perchè son tornato. Battute a parte. Oggi non so se l’NBA sarà il mio futuro. Quel che so è che, grazie a tutti gli allenatori che ho avuto durante la mia carriera, ora sono un buon giocatore. Ma lavoro quotidianamente per migliorarmi, andando a scoprire tutti i miei limiti e le mie potenzialità.
Dove pensi possa arrivare questa Fastweb?
Credo che questa squadra sarà in grado di stupire molti e molto. Abbiamo un potenziale enorme. Ognuno di noi può essere pericoloso e far male agli avversari. Questa deve essere la nostra forza: siamo un gruppo granitico, tosto. Potremo toglierci delle soddisfazioni, anche se il campionato è molto, molto competitivo.
Cosa sogni per il futuro?
Non riesco ad immaginare la mia vita senza il basket. Perciò quando smetterò di giocare, mi vedo circondato da tanti ragazzini smaniosi di imparare i segreti di questo sport meraviglioso. Si, avete capito bene… mi piacerebbe proprio allenare.
E cosa sogni per questa Junior?
La promozione in A1.
E ci saluta con una contagiosa risata alla Eddie Murphy, che gli illumina il viso e gli occhi immensi. Ecco perché Otis è un idolo al PalaFerraris, perché salta come una gazzella. Lotta come un leone ed è capace di sorridere col cuore. Perché in fondo il basket è un gioco bellissimo che deve far divertire, chi sta in campo e chi guarda.