Meadowlark Lemon, il più grande dei “Clown Prince”
Nuovo appuntamento con la storia degli Harlem Globetrotters che vedremo di scena il 27 febbraio al PalaFerraris
La scorsa settimana abbiamo parlato della stagione di Wilt Chamberlain con gli Harlem Globetrotters. Un’esperienza non fine a sé stessa, perché lui rimase molto legato a una squadra che, citando le sue parole, “rappresentava un sogno: per un ragazzo di colore, a quei tempi, i ‘Trotters erano come le star del cinema”. E non solo.
In una delle sue ultime interviste, infatti, Wilt Chamberlain ha risposto a una domanda insieme semplice e complicatissima: chi è stato il miglior giocatore di sempre? “So che molti direbbero Doctor J. Moltissimi altri Michael Jordan. Per me? Meadowlark Lemon”.
No, non avete letto male. Ma quanti, oggi, sanno chi sia stato Meadowlark Lemon? La sua storia con gli Harlem Globetrotters inizia nel 1955, il primo anno in cui riesce a portarne i colori. Da quel momento il connubio sarà quasi indissolubile: nell’arco di quasi quarant’anni (con un intervallo piuttosto lungo tra il 1978 e il 1994, anno in cui vi giocò 50 partite), Lemon giocherà circa 16.000 (se-di-ci-mi-la) partite con i ‘Trotters (7.500 delle quali consecutive), diventando il più riconosciuto e principale artefice del ruolo di “Clown Prince”. Questo accadeva mentre il mondo iniziava a cambiare con la tecnologia: negli anni ’70 gli Harlem Globetrotters furono protagonisti di show televisivi, cartoni animati ed eventi di ogni genere. La loro esposizione raggiunse i livelli massimi sebbene la NBA si fosse già abbastanza strutturata e l’appeal “sportivo” delle partite dei Globies era scemato, in virtù del fatto che si era scelta in maniera inequivocabile la linea del puro entertainment a dispetto della competitività delle gare.
Una scelta che si rivelò col tempo fatale, per certi versi, ma la “fine” degli Harlem Globetrotters come grande squadra di basket non era ancora nemmeno lontanamente ipotizzabile quando Meadowlark iniziò la sua carriera con loro.Al di là delle doti del giocatore, la sua personalità, la capacità di tenere in mano le redini dello spettacolo, di esserne insieme il fulcro e l’ispiratore ha reso quest’uomo un autentico simbolo, raccogliendo la pesante eredità di Goose Tatum.
Scoprì gli Harlem Globetrotters all’età di 11 anni e ne fu folgorato: “Sembrava che facessero parlare la palla, ogni volta che andavano in campo”, disse. Lemon sapeva bene che, soprattutto negli anni ’70, non tutti rispettavano il modo di giocare suo e della squadra, ridotta dai critici a semplice macchietta. Ma lui non si sentì mai sminuito dal giocare per gli Harlem Globetrotters: amava quello che faceva. “Il mio destino era quello di rendere felici le persone”, disse.
Meadowlark Lemon se n’è andato il 27 dicembre di tre anni fa. Nel 2003 è arrivata la sua introduzione nella Hall of Fame di Springfield, che ne certifica la grandezza come giocatore, ma soprattutto come ambasciatore universale del Gioco più bello del mondo.