Il capolavoro di Siena
Cosa vuol dire essere una Squadra
Domenica sera abbiamo assistito a una lezione. Il Montepaschi Siena ha spiegato, non solo alla Benetton Treviso, ma a tutti gli italiani appassionati di basket, cosa voglia dire essere una Squadra.
Kaukenas e compagni hanno dominato
Se si vuole cercare di capire come sia stato possibile un tale divario, non bisogna confrontare i nomi dei giocatori schierati dalle due squadre. A livello di nomi Treviso non è seconda a nessuno: il trio di americani Chalmers, Johnson e Austin sulla carta è il migliore della serie A (o è comunque da podio…), Soragna, Mordente e Gigli sono stati uomini importanti della nostra Nazionale, Fantoni, Atsur e Mensah-Bonsu promettono bene.
Cosa ha fatto la differenza? Siena ha messo in campo una Squadra, Treviso dieci giocatori. E, nel basket come in tutti gli sport di squadra, dieci giocatori non fanno una squadra. Non è solo una questione di nuovi arrivati, Pianigiani ne ha schierati ben quattro (Ilievski, Thornton, Ress e Lavrinovic) ma sembrava che giocassero da una vita insieme ai compagni. Occhi giusti, aggressività, voglia di lottare, altruismo. Tutte qualità che sono mancate alla Benetton: giocatori tristi, spenti, come non te li aspetti la sera in cui ci si gioca il primo trofeo della stagione.
Treviso ha mille attenuanti, ha perso il coach campione europeo David Blatt e pezzi da novanta come Zizis e Goree, sta cercando di ricostruire dopo mesi durissimi per i fatti che tutti conosciamo. Da piemontese faccio il tifo e ho fiducia nella la coppia Ramagli-Atripaldi che ha fatto grande Biella e riporterà in alto Treviso.
Ma chi ama questo sport, non si dimenticherà una prestazione di questo tipo. Una lezione, durissima per Treviso, straordinaria per tutti gli spettatori. Un capolavoro senese. Applausi.
Matteo