Quasi, solo quasi

17.01.08 09:30

Marco Crespi e la domenica di Ferrara


Ferrara. Si gioca l’ultima giornata di andata. Si gioca sul campo di una squadra che vuole la promozione. Una squadra che sta giocando bene e che in casa non ha mai perso.
Settimana che precede la partita di allenamenti proiettati alla domenica. Non solo per la preparazione tecnica e tattica, per l’attesa curiosa di emozione, la voglia di scendere in campo. In settimana Adoyah parte per Treviglio per arricchire la sua stagione. Lascia anche un messaggio per tutti in spogliatoio. Un piccolo segno che porta qualcosa in più.


 


Domenica mattina. Si va al palazzetto per l’ora di tiro e di giochi e difese camminati. Attenzione massima. Ognuno porta il suo contributo vocale. Tutti hanno voglia di fare un tiro in più sul campo dove tra poche ore si giocherà.


 


Primo quarto. Ferrara gioca bene. Attacca decisa a metà campo. Cerca il contropiede ogni volta. In difesa fa quello che ci aspettavamo. Vogliamo abbassare il numero di tentativi da 3 di Collins. Lui è bravo, i compagni eseguono con qualità, noi siamo aggressivi, il nostro body language è quello da partita vera, ma gli occhi non sono ancora quelli dei restanti 30 minuti.


 


30 minuti. Squadra, che anche attraverso gli errori, cresce, sale, prende iniziative in attacco e in difesa con crescente efficacia. Tenere la partita sempre in equilibrio e sorpassare nell’ultimo quarto. Avevavamo parlato anche di questo. Succede. Partendo da tre difese dove fermiamo l’attacco e strappiamo loro la palla. Sensazione che non è quella di un passaggio intercettato, ma di una difesa di squadra che è muro. Muro mobile e mobile davvero. E questa energia si concretizza in attacco. Canestri belli, canestri (e schiacciate..) che sono esplosione. A tutti i livelli.


 


Hanno vinto loro. Quasi, solo quasi. Quelle esplosioni emotive, tecniche, di energia, rimangono e proprio per questo il “solo quasi” lascia spalancati gli occhi. Non li fa chiudere. Misto di pensieri. Voglia di scendere in campo subito. Voglia di trattenere quel sorpasso e quello che ci stava dietro. Rabbia per il “solo quasi”. Basta parole. Voglia di scendere in campo di nuovo. E non da soli.


 


Marco Crespi